LIBERI(A)

55° Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, Padiglione Costa Rica. Curata da Francesco Elisei e Fabio Anselmi. 2013

LIBERI(A)

WHERE…?
tecnica mista su tela, cm 220×352

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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installazione site-specific, gesso, suono, video, tela, pelle

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Ho fatto mia una pratica culturale antica. Così ho ripensato a quell’evento in termini emotivi. Un evento che a Liberia, un tranquillo paesino del Guanacaste in Costa Rica si ripete ogni anno. E’ qui che ho assistito alla rappresentazione di un vecchio rito ancestrale, in cui gli adolescenti per far parte degli adulti dovevano affrontare il toro a mani nude.
Chi decideva di entrare in questa arena improvvisata, metteva il proprio destino nelle mani del “dio” toro.
 
Attraversata la soglia della sala composta da pareti completamente nere con a terra piccole teste di toro in gesso, sulla sinistra si trova incassato in una piccola cornice (25×35 cm), il video “Uomo vs Animale”  l’ animazione di un toro che va incontro al proprio destino.
Dall’altra parte troviamo un lavoro “E se lo dipingevo…” cm 120×120, realizzato rasando il pelo di una pelle, in cui la rappresentazione del soggetto non è altro che il termine ultimo dell’oggetto che ha causato la caduta del toro, “il lampadario”. Fissato al soffitto anno dopo anno il lampadario scandisce il nostro tempo….ma un giorno….
 
Di fronte un grande lavoro appeso al soffitto, una mappa del mondo “Liberi(A)”  cm 220×352, composto da otto tele, che come una quinta crea un invito al passaggio ad andare oltre, dietro infatti, una tenda nera ci introduce ad una stanza completamente buia, escludendo così  il primo senso usato nell’arte visiva, la vista, e attraverso gli altri sensi, tatto ( tenda all’ingresso) udito ( rumori toro che ci gira intorno ) e olfatto ( fieno ) l’idea è quella di riportare lo spettatore in un altro spazio temporale.
Una volta usciti l’invito è quello di scrivere sulle pareti, come delle grandi lavagne con i gessi, i propri pensieri, tutto ciò che uno stimolo, una sensazione alterata può aver modificato o suscitato. Stratificazioni di memorie.
 
Le nostre azioni, i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre scelte creeranno e creano ora la nostra realtà ovvero il nostro tempo, il  nostro destino.
Questo lavoro è parte di un’eterna ricerca di equilibrio tra ragione e istinto, essere e apparire, religione e credenze popolari, vita e morte.
Christian Balzano
 

info@christianbalzano.com

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